Assaggi d’Italia: la Sicilia – giovedì 23 novembre 2023

Giovedì 23 novembre 2023 la Confraternita Dogale della Marca ha organizzato una serata di degustazione dal titolo “Assaggi d’Italia: la SICILIA” presso il Bar Nuovo di via Moglianese 96, a Cappella di Scorzè (VE).

Allo scopo di far conoscere ai Soci e simpatizzanti una realtà enogastronomica che riveste oggigiorno un ruolo rilevante nel panorama della viticoltura italiana, con vigneti che ricoprono circa 123 mila ettari, abbiamo organizzato una serata di degustazione con abbinamento di cibi e vini provenienti dalla Sicilia.

La viticoltura in Sicilia ha origini antichissime, risalenti addirittura prima dell’arrivo dei Greci, nel 2000 a.C. Furono i Greci, tuttavia, ad apportare migliorie nella qualità della produzione dei vini locali, sino poi all’arrivo dei Romani, i quali abbandonarono la coltivazione della vite a favore di quella del grano. Con le conquiste successive dell’isola, l’attività vitivinicola riprende vigore, sino alla distruzione causata dalla fillossera e dalla peronospora agli inizi del ‘900, dopo la quale il panorama viticolo siciliano ne risultò profondamente trasformato.

I vigneti siciliani sono costituiti prevalentemente da vitigni a bacca bianca, che rappresentano il 75% della produzione. I più diffusi sono catarratto, grillo, inzolia detto anche ansonica, grecanico, trebbiano toscano, chardonnay, carricante, damaschino, grecanico, malvasia di Lipari e zibibbo (o moscato d’Alessandria).

Tra i vitigni a bacca rossa, quelli maggiormente coltivati sono Nero d’Avola, nerello mascalese (da cui si produce l’Etna Rosso DOC), nerello cappuccio, sangiovese, merlot, syrah, frappato, cabernet sauvignon, cabernet franc, perricone e greco nero.

A fronte di una sola Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG il Cerasuolo di Vittoria), la Sicilia offre ben 23 Denominazioni di Origine Controllata (DOC).

Variegata e articolata, la cucina siciliana è ritenuta la più ricca di specialità e la più scenografica d’Italia. Grazie al suo clima mite, l’isola è ricca di spezie e piante aromatiche: origano, menta, rosmarino, basilico vengono utilizzati largamente. Il terreno fertile produce arance e limoni in grande quantità. Mandorle, ficodindia, pistacchio e olive sono altri simboli culinari nei quali l’isola eccelle. Gran parte della cucina dell’isola si basa sull’uso di ortaggi e verdure fresche come melanzane, peperoni e pomodori, e pesce come tonno, pesce spada, pesce azzurro, polpo, seppie, ricci di mare, orata e branzino. Alcuni dei cibi più noti a livello globale, vere e proprie icone della Sicilia nel mondo, sono il cannolo siciliano, la cassata siciliana, la pasta di mandorle, la frutta Martorana, gli iris, la granita, il gelato e le arancine. Una sua caratteristica è quella di avere un gran numero di pietanze a diffusione esclusivamente locale: nella maggior parte dei casi si tratta di varianti della stessa ricetta regionale, ma in alcuni casi questi cibi, come ad esempio le panelle palermitane, hanno una preparazione e una commercializzazione rilevata esclusivamente nella loro zona di origine.

La degustazione è iniziata con un metodo classico Brut Azienda Agricola G. Milazzo di Campobello di Licata (AG) ottenuto da uve chardonnay e Inzolia abbianato ad arancini di riso.

Abbiamo poi proseguito con un Vignavella Bianco 2022 (uve Catarratto) sempre dell’Azienda Agricola G. Milazzo accompagnato dalla pasta alla norma.

Siamo poi passati ai rossi, degustando un Terre Della Baronia Rosso D.O.P. 2019 (da uve Nero d’Avola e Perricone) dell’Azienda Agricola G. Milazzo abbinato a delle polpette in sugo alla siciliana ed al DOCG della Sicilia, il Cerasuolo di Vittoria abbinato ad un pecorino siciliano stagionato 12 mesi.

Per finire abbiamo degustato il famoso cannolo siciliano accompagnato da un Terre Tardive Bianco I.G.P. dell’Azienda Agricola G. Milazzo, un blend di Inzolia e Chardonnay.

La serata si è conclusa con un ringraziamento a Samuele, titolare del bar Nuovo di Cappella di Scorzè, il quale ha curato personalmente la preparazione dei piatti, dimostrando una rara capacità di interpretare gusti e sapori della meravigliosa Sicilia. Un plauso anche al Olivo Michielan che ha curato gli abbinamenti con i meravigliosi vini.