MONREGALESE: TERRITORIO DA SCOPRIRE
Articolo realizzato da Guido Viale
Presidente dell’Accademia della Castagna Bianca di Mondovì
In epoca medievale quello di Bredulo, l’odierno Monregalese, era uno dei tre comitati in cui era ripartito l’attuale cuneese.
Mondovì sorge su un colle, anzi su un monte, il Monte Regale (550 metri circa e a cui si può ascendere con una moderna funicolare disegnata dal garessino Giorgetto Giugiaro), da cui deriva il primo nome della città di Mondovì i cui abitanti sono ancor oggi detti monregalesi.
La collina di piazza, sulla cui sommità poco dopo il Mille è sorto il primo nucleo della città, morfologicamente è l’ultima propaggine di Langa, mentre l’adiacente brich (collina) di San Lorenzo appartiene già alle Alpi Liguri. Davanti ad entrambe poi si estende la pianura verso Cuneo e Torino.
Questo è il composito paesaggio del Monregalese che, per chi voglia far anche solo una gitarella di pochi chilometri in bici, impone di scegliere subito tra collina, montagna e pianura. Una scelta molto spesso determinata dalla stagione: pianura nel tardo autunno e d’inverno tra campi appena arati e prati verdeggianti, nelle mezze stagioni tra noccioleti, vigne e pascoli troppo assolati d’estate, quando si preferisce cercare il refrigerio delle acque dei torrenti delle valli alpine e l’ombra dei castagni.
Le nostre montagne non sono toppo elevate e hanno una natura carsica che le rende ricche di grotte, paradiso degli speleologi.
A bassa quota il paesaggio dominante è il castagneto mentre salendo si trovano faggeti e poi pregiati pascoli, con una notevole varietà di flora grazie all’influenza del vicino mar Ligure.
La Langa monregalese ormai è solo in parte “vignaiola” mentre abbonda di noccioleti e più su, la così detta Alta Langa, di pascoli dove vengono ancora allevati ovini della razza locale e recentemente si stanno nuovamente impiantando vigne per il pregiato DOCG spumante che da lei prende il nome. Ed è tutta colonizzata da particolari ascomiceti (tipi di funghi) che la rendono ricca di esemplari di tuber magnatum pico, il prezioso tartufo bianco.
La pianura vanta allevamenti tipici, di terra, come i bovini della razza piemontese (famoso il bue di Carrù), il maiale di Cuneo e i capponi di Morozzo, o d’acqua (trote, salmerini, ecc.).
In fatto di specialità gastronomiche, siamo messi piuttosto bene: non abbiamo che l’imbarazzo della scelta tra i prodotti delle valli (formaggi, funghi, castagne, grano saraceno, mais ottofile, fagioli bianchi di Bagnasco, ceci di Nucetto, rape di Caprauna, piccoli frutti), delle Langhe (robiole e tume, vini DOCG -Dogliani e Alta Langa-, nocciole, tartufi) e della pianura (anche qui formaggi e poi fagioli, peperoni, cavoli e frutta).
Tra i formaggi vantiamo produzioni di ben sei DOP di cui due, Raschera e Murazzano, in esclusiva.
Abbondano anche le bellezze naturali (come le grotte di Bossea, del Caudano, dei Dossi, il ponte naturale di Masentine, e il Pis del Pesio) e paesaggistiche (sorgenti del Belbo, bosco delle Navette in alta val Tanaro, Alta Langa), ma anche artistiche, a cominciare dal maestoso santuario di Vicoforte e dalle chiese e certose di mondovì e dintorni.
E, per chi ama l’avventura, un modo affascinante e insolito di ammirare questi paesaggi è il volo in mongolfiera, con partenza dal ballon-porto di Mondovì, l’unico in Italia.
Il Monregalese, infatti, per la sua particolare conformazione protetta da più lati da alte colline e montagne, è un paradiso per i patiti dl volo in pallone e, oltre vantare una prestigiosa scuola aerostatica, ogni anno, all’Epifania, ospita un affollatissimo raduno internazionale, che offre uno spettacolo unico, tale da tenere per tre giorni indigeni e turisti col naso all’insù.
P.S. Nel 2007 Mondovì e il Monregalese hanno ospitato il XXXI raduno nazionale delle confraternite F.I.C.E.
Articolo pubblicato sulla rivista “NUOVA ENOFICE n° 2020.02” che potete trovare alla sezione “rivista” su questo portale